Memorie by Carlo Goldoni

Memorie by Carlo Goldoni

autore:Carlo Goldoni [Goldoni, Carlo]
La lingua: ita
Format: epub, azw3
editore: BUR
pubblicato: 2013-08-04T22:00:00+00:00


CAPITOLO XVI

Annuncio a Medebac la nostra separazione per l’anno prossimo. Mi impegno con il proprietario del teatro di San Luca. La locandiera, commedia in tre atti, senza maschere. Esito brillante. Convulsioni della signora Medebac. L’amante militare, commedia in tre atti, e suo successo. Le donne curiose, commedia in tre atti, ultima del mio impegno con Medebac. Allegoria di quella commedia, e suo successo. Tre nuovi lavori dati a Medebac nel momento di lasciarci. Loro titoli e argomenti.

Giunta la novena di Natale del 1751, era tempo di rammentare a Medebac che il nostro contratto era prossimo alla fine, e di avvertirlo che non facesse più conto su di me per l’anno successivo.

Gliene parlai amichevolmente, senza formalità; mi disse assai cortesemente che ne era spiacente, ma che ero padrone della mia volontà; tuttavia fece il possibile per indurmi a rimanere con lui: mi fece parlare da varie persone, ma io avevo deciso; e durante quei dieci giorni di riposo mi accordai con sua eccellenza Vendramin, nobile veneziano e proprietario del teatro di San Luca1.

Dovevo ancora lavorare per il teatro di Sant’Angelo fino alla chiusura del 1752; e feci così bene il mio dovere che diedi al direttore più commedie di quante avesse tempo di fame rappresentare; così gliene rimasero alcune che fece mettere in scena dopo la nostra separazione.

La signora Medebac era sempre malata; i suoi vapori si facevano sempre più noiosi e ridicoli; rideva e piangeva a un tempo, gettava gridi, faceva smorfie, si contorceva. La brava gente di casa la credeva stregata; fecero venire degli esorcisti; era tutta carica di reliquie, e andava giuocando e scherzando con quei sacri monumenti come un bambino di quattro anni.

Vedendo che la prima donna non era in grado di comparire in scena, per l’apertura del carnevale composi una commedia per la servetta. La signora Medebac si fece vedere in piedi e in salute il giorno di Natale; ma quando seppe che per il giorno dopo era stata affissa La locandiera, nuova commedia scritta per Corallona, andò a rimettersi a letto, con convulsioni inedite che facevan disperare sua madre, il marito, i parenti e i servi.

Aprimmo dunque gli spettacoli il 26 dicembre2 con La locandiera; la parola viene da locanda, che corrisponde al francese hôtel garni. Non c’è una parola appropriata, in francese, per indicare l’uomo e la donna che tengono una locanda. Se si volesse tradurre questa commedia in francese, bisognerebbe cavare il titolo dal carattere della protagonista e senz’altro sarebbe La femme adroite.

Mirandolina tiene una locanda a Firenze; con le sue grazie e il suo spirito conquista, anche senza volerlo, i cuori di tutti quelli che alloggiano da lei.

Di tre stranieri che stanno nella locanda, due sono innamorati della bella locandiera, ma il cavaliere di Ripafratta, che è il terzo, non è capace di affetto per le donne, la tratta rozzamente e si burla dei compagni.

Ma appunto contro codesto uomo selvatico e scorbutico Mirandolina punta tutte le sue batterie; non lo ama, ma è offesa e, per amor proprio e per l’onore del suo sesso, lo vuoi sottomettere, umiliare e castigare.



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